Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/411

licenza poetica ne considerò lunga la prima sillaba, ma dopo l'usò come breve, ciò che appari sce e dal verso già citalo: tenea suo seggio in Ila; ed anche da quell* altro ove dice: Tichio.... agile al corso, abitator d’Ila. E qui pure mal leggerebbesi Ide, perché Ajace non avea per certo fatto venire dalla Lidia il suo scudo.

Pare che questi laghi dovrebbero suggerituoi l’ordine da seguitare rispetto ai luoghi che mi restane*. ancora da descrivete, i quali sostengon che lcuui nou «essere stali con sufficiente chiarezzà compresi da Omero nella sua Enumerazione delle navi; perchè ( dicono ) stette contento ai nomi famosi ed alle cose più degoe di ricordanza. Ma trattandoci di un numero così grande d luoghi tulli mediterranei, e quasi tutti di poca celebrità, è troppo difficile non traviar mai dal giusto ordine. Sotto questo rispetto il descriver paesi situati lungo le coste oPerisce un qualche vantaggio pe-cìoechè i luoghi sogliono esservi meglio conosciuti, e il mare segua la liuea lungo la quale si Uovano. Però anch’io mi sono studialo di descrivere sempre cou precisione le coste: ma qui rinunciando a cotesta lode terrò dietro alle orme di Omero, aggiuugendo per altro alla sua testimonianza quello che mi parrà opportuno.

Omero comincia da Iria e da Aulide, delle quali noi ’bbidmo già parlato.

Scheno è un luogo del territorio di Tebe, a circa cinquanta stadii da questa città lungo la via d’Antedoue: gli scorre attraverso un fiume, dello Scheuo au«ch’esso.