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libro quinto 31

Pelasgia Lesbo; ed Omero asserisce che coi Cilicii della Troade confinavano alcuni Pelasghi:

Dalla pingue Larissa i furibondi
Lanciatori pelasghi Ippotoo mena1.

Ed Eforo afferma che i Pelasghi sono d’Arcadia sulla testimonianza d’Esiodo, il quale dice: Sei figliuoli nacquero dal divo Licaone, a cui fu padre Pelasgo2. Ma Eschilo nelle Supplicanti o Danaidi fa invece procedere questa gente da Argo presso Micene3: ed Eforo asserisce che anche il Peloponneso fu un tempo denominato Pelasgia: e infatti Euripide nell’Archelao dice: Danao padre di cinquanta figliuole, venuto in Argo popolò la città d’Inaco, e fece una legge che si dovessero chiamar Danai quelli che quivi prima si nominavan Pelasghi4. Anticlide poi scrive che costoro pei primi popolarono i luoghi vicini alle isole Lemno ed Imbro, e che alcuni di essi condotti da Tirreno figliuolo di Ati emigrarono nell’Italia. E coloro che scrissero la storia dell’Attica, parlano dei Pelasghi, come se alcuni di loro fossero stati anche in Atene; af-
  1. Il., lib. ii, v. 840.
  2. È incerto a quale Opera appartenga questo luogo d’Esiodo.
  3. Eschilo veramente dice soltanto

    . . . . . . Il figlio io sono
    Di Palectone indigena, Pelasgo,
    Re di questa contrada, ed i Pelasgi
    Da questo suol nudriti han da me nome.

    Trad. Bellotti.

  4. Questa citazione appartiene ai Frammenti d’Euripide.