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e più grandi di case. La gran copia della pece fa sì che la sia di poco prezzo. I luoghi d’intorno a Mutina ed al fiume Scutana1 producono lana molle e molto più bella d’ogni altro sito: ma la Ligustica ed il paese dei Simbri la producono invece ruvida; e di questa poi fansi gli abiti casalinghi della maggior parte degl’Italiani. Finalmente i paesi vicini a Padova la producono mediocre; della quale si fanno i tappeti preziosi, i gausapi2 e tutte le altre stoffe consimili con amendue le superficie villose o con una sola. Le miniere non vi sono oggidì curate gran fatto, forse perchè si trovano più proficue quelle che sono nella Celtica transalpina e nell’Iberia; ma una volta si lavoravano con diligenza. E v’ebbe già tempo una cava d’oro anche a Vercelli, ch’è un borgo vicino ad Ittimuli: ed anche Ittimuli è un borgo, e tutti e due sono nei dintorni di Piacenza3. Fin qui pertanto ci siamo aggirati descrivendo la prima parte dell’Italia.

  1. Probabilmente il Panaro.
  2. Pare che questo o consimil nome (giacchè alcuni leggono Gaunacchi) si desse ad una stoffa consistente e villosa della quale facevansi tappeti per mense e per letti, ed anche abiti.
  3. Poco ci dicono gl’interpreti intorno al vero luogo d’Ittimuli; alcuni anzi dubitano se mai siavi stato paese di cotal nome. Nondimeno parla delle miniere d’Ittimuli nel territorio di Vercelli anche Plinio. Bensì è da dire cogli Edit. franc. che bisognerebbe sostituire qualche altro nome a quel di Piacenza.