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libro ottavo 253

-cennati stanno molte nazioni; ma quelle dì maggior considerazione sono tante quante sappiamo che sono i dialetti ellenici. Questi poi sono quattro, cioè l’ionico, l’attico, il dorico e l’eolico. Il dialetto ionico stimiamo che sia lo stesso che l’antico dialetto attico: giacchè gli Attici d’allora chiamavansi Ionii, e da loro nscirono i fondatori delle città dell’Asia Minore, nelle quali si usa la lingua che ora dicesi Ionica. Il dorico poi è lo stesso che l’eolico; perocchè tutti i popoli abitanti fuori dell’istmo, tranne gli Ateniesi, i Megaresi e i Dori vicini al Parnaso, chiamansi tutti Eolii anche oggidì. Ed è naturale che per essere i Dorici pochi e situati sopra un terreno infecondo non frammischiassero nè il linguaggio nè gli altri loro costumi con quelli degli Eolii coi quali ebbero bensì da principio a comune l’urigine, ma poi non mantennero alcuna relazione. Lo stesso accadde anche agli Ateniesi, i quali abitando un paese sterile ed aspro, non ebbero mai straniere invasioni; d’onde poi al dir di Tucidide furono denominati autoctoni; e non essendo mai perturbati da ninna gente che desiderasse il loro paese, ne venne che sebbene fossero pochi, costituissero un popolo separato con un dialetto suo proprio.

Cosi dunque gli Eolii erano potenti al di fuori dell’istmo; e i popoli situati al di dentro erano Eolii anch’essi: ma poi si frammischiarono agl’Ionii che usriron dell’Attica ed occuparono Egialo; e coi Dorici, i quali sotto la scorta degli Eraclidi fondarono Megara e molte altre città nel Peloponneso.

Gl’Ionii furono ben presto scacciati dagli Achei,