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libro settimo | 215 |
podi, lungo il quale la navigazione è di mille stadii; perocchè questi Iapodi hanno la loro sede sul monte Albio ch’è l’ultimo delle Alpi e molto elevato. Da una parte di questo monte si stendono essi fino ai Pannonii ed all’Istro, dall’altra fino all’Adriatico; e sono gente bellicosa, ma all’ultimo poi furono domati da Cesare Augusto. Le loro città sono Metulo, Arupeno, Monettio e Vendo1. Sterile è il loro territorio, sicchè per lo più si nutrono di zea e di miglio. La maniera delle loro armi è celtica; ed hanno il corpo variegato da punture a somiglianza degli altri Illirii e Traci.
Dopo la spiaggia dei Iapodi viene la Liburnica più lunga dell’altra ben cinquecento stadii2. Su questa spiaggia trovasi un fiume navigabile con legni di trasporto fino ai Dalmati; e poi Scardona città della Liburnia.
Lungo tutta la spiaggia della quale ho parlato vi sono delle isole, come a dire le Apsirtidi3, presso le quali si dice che Medea uccidesse il proprio fratello Apsirto da cui era inseguita4. Poi è l’isola Cirettica
- ↑ Anche il Gossellin confessa d’ignorare la situazione di queste città.
- ↑ Qui le edizioni ordinarie segnano una lacuna: ma nè il senso la esige, nè il manoscritto seguitato dal Coray ne dà indizio.
- ↑ Le isole di Cherso e d’Ossero.
- ↑ Secondo la tradizione comune Medea fece in brani il fratello Apsirto ch’essa avea seco, e ne sparse le membra lungo la via, perchè coloro ond’era inseguita soffermandosi a raccoglierle le dessero opportunità di fuggire.