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libro settimo 209

tre somiglianti ingiustizie per secondare la propria cupidigia.

Oltre ai luoghi del Chersoneso già mentovati v’erano anche delle castella fabbricate da Sciluro e da’ figliuoli di lui, i quali se ne valsero nella guerra contro i generali di Mitridate. Tali erano Palacio, Chavo e Neapoli. E v’era inoltre Eupatorio1 fatto erigere da Diofante generale di Mitridate stesso. Avvi poi, a circa quindici stadii dal muro di Chersoneso, un capo che forma un golfo di ragguardevol grandezza volto verso quella città: e al di sopra è un lago marino con cava di sale. E quivi finalmente è anche il porto Ctenunte. I generali regii pertanto2 per tenere fronte ai barbari ond’erano assediati, collocarono sopra il Capo già detto un presidio, munendo quel luogo di muro, ed empieron di terra la bocca del golfo sino alla città, sicchè si potesse facilmente andarvi a piedi, facendo in certo modo una sola cosa del forte e della città: e così poi agevolmente poterono ributtare gli Sciti. E poichè i barbari assaltavano anche il muro che chiudeva l’istmo presso Ctenunte, e tendevano ad empir di stoppie la fossa, i generali del re incendiavano la notte quel tanto ch’era stato empiuto nel giorno, e così resistettero finchè poi conseguirono una piena vittoria. Ed ora tutti que’ luoghi sono soggetti ai re del Bosforo, i quali sogliono eleggersi dai Romani.

  1. Eupatoria o Koslow.
  2. I generali di Mitridate.
Strabone, tom. III. 14