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libro sesto 143

istmo va da Brentesio1 a Taranto per lo spazio di trecento dieci stadii, e la navigazione intorno al capo Japigio è di quattrocento all’incirca. Da Taranto a Metaponto si naviga p:r lo spazio di circa duecento stadii verso levante. Il golfo di Taranto poi ch’è quasi tutto importuoso, ha in vicinanza della città un porto grandissimo e bellissimo2 chiuso da un gran ponte, con cento stadii di circonferenza. Dalla parte che più s’addentra io fra terra forma un istmo che va al mare esteriore, in modo che la città giace sopra una specie di penisola, e il collo dell’istmo è di sì poco momento, che sì possono trasportar facilmente le navi dall’una all’altra parte. Ed è basso anche il suolo su cui è fabbricata la città, st non che sollevasi alcun poco dalla parte della rocca. L’antico muro ha un grande circuito ma ora è per la maggior parte abbandonato verso l’istmo; e solo verso la bocca del porto, dov’è anche la rocca, continua ad essere popolata, formando un corpo di ragguardevol città. Ha un ginnasio bellissimo ed una piazza assai grande nella quale è posto anche il colosso di Giove fatto di rame e maggiore di tutti dopo quello di Rodi. Fra mezzo poi alla piazza ed alla bocca del porto avvi la cittadella, la quale conserva oramai soltanto piccoli vestigi dello splendore che le veniva dai monumenti antichi. Perocchè la maggior parte di questi fu distrutta dai Cartaginesi quando presero la città; gli altri li rapirono i Ro-

  1. Brindisi.
  2. Leggo col Coray: Ἐνταῦθα λιμήν ἐστι μέγιστος κ.τ.λ.