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cipa di moltissimi di quegl’incomodi che sogliono estere presso ai crateri. Perocchè le lave corrono fin vicinissimo a quella città, e quivi si dice avvenuto il fatto di que’ buoni figliuoli Anfinomo ed Anapia, i quali in uno di questi pericoli salvarono i genitori portandoli via sulle proprie spalle. Dice adunque Posidonio che quando s’accendono i dintorni della montagna1, il territorio di Catana trovasi coperto da alta cenere, la quale in sulle prime riesce molesta, ma poi col tempo è invece assai vantaggiosa, come quella che rende il terreno acconcissimo alle viti e feracissimo d’ogni altra produzione, mentre il restante di quel paese non dà buon vino. E que’ luoghi così coperti di cenere, producono cert’erba la quale si dice che ingrassa tanto le pecore, da scoppiarne: però ogni quaranta o cinquanta giorni sogliono trar loro sangue dalle orecchie, come abbiam detto che suol praticarsi anche in Eritia. La lava che viene radendo s’indura per modo che diffonde sulla superficie del suolo uno strato di pietra assai alto, sicchè poi chi vuol discoprire il suolo di nuovo deve tagliarla come si fa nelle cave di sasso. Perciocchè la pietra liquefatta dentro i crateri, e poscia gettata fuori, si dif-

  1. ῎Οταν οὖν, φησὶ Ποσειδώνιος, φλέγηται τὰ περὶ τὸ ὄρος. Così legge il Coray. Secondo l’ordinaria lezione (ὅταν τῷ Ποσειδώνι φαίνηται) alcuni traducono: Quando piace a Nettuno d’incendiare, ecc.; altri: Quando nel dicembre s’accendono, ecc. Ma sebbene la voce Ποσειδώνι significhi tanto a Nettuno come nel dicembre, quest’ultima interpretazione però sembra meno probabile.