Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/122

114 della geografia di strabone

erano piantati de' cunei. Quivi egli cacciò nella fenditura le mani ed i piedi sforzandosi di spararlo al tutto, ma la sua forza bastò solo a far sì che i cunei cadessero fuori dell’aperta fessura; ed allora subitamente le due parti del tronco accostandosi lo tennero imprigionato, sicchè rimase colà preda alle fiere.

Duecento stadii lontano sta Sibari, un’altra colonia di Achei in mezzo a’ due fiumi, Cratide e Sibari1. Fondatore ne fu Iseliceo, e si condusse anticamente a tanta felicità che signoreggiò quattro vicine nazioni ed ebbe soggette venticinque città, trasse in campo trecento mila uomini contro i Crotoniati, e colle sue abitazioni empieva un circuito di cinquanta stadii lungo il Crati. Ma nel lusso e nell’alterigia lasciaronsi gli abitanti spogliare di ogni felicità dai Crotoniati nello spazio di settanta giorni2; i quali avendo presa quella città vi dirizzarono il corso del fiume e la sommersero: e dopo d’allora sol pochi sopravvissuti a quella rovina vi si congregaron di nuovo ad abitare. Ed anche questi col tempo furono dispersi dagli Ateniesi e dagli altri Elleni; i quali essendo venuti colà per abitare insieme con essi, conoscintili uomini affatto spregevoli se li resero schiavi, e tramutarono la città in un altro luogo vicino, denominandola Turi da una sorgente di cotal nome.

L’acqua del Sibari fa i cavalli ombriosi, e perciò ne tengon lontane le torme. Il Cratide invece fa sì che

  1. Crati e Cochile. (Edit. franc.)
  2. L'epitome dice in nove giorni.