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libro sesto 113

quello che t’è destinato. Ritornato perciò dall’oracolo n’andò a Crotone, cooperandogli anche Archia approdalo per caso colà mentre andava a fondar Siracusa. E al dire di Eforo, prima di lui abitavan Crotone i Japigi. Pare che questa città coltivasse le arti della guerra e i certami solenni; sicchè avvenue che in una stessa Olimpiade, i sette che nello stadio primeggiarono sopra gli altri furono tutti Crotoniati, d’onde poi pare che siasi detto a ragione che l’ultimo dei Crotoniati era il primo degli altri Elleni e di qui è anche venuto il proverbio: Più salubre di Crotone; argomentandosi dalla quantità degli atleti, che quel luogo abbia qualcosa di favorevole alla salute ed allo sviluppamento dei corpi. Però quella città ebbe moltissimi vincitori in Olimpia; pure non durò poi gran tempo, a motivo di quella gran rotta per la quale perdette un tanto numero d’uomini lungo il Sagra. Accrebbero la fama di questa città anche i molti Pitagorici che produsse, e quel Milone che fu il più illustre degli atleti e fu discepolo di Pitagora vissuto gran tempo in Crotone. Raccontasi che una volta pericolando una colonna nella sala dove i filosofi si adunavano, Milone sottentrato al peso ch’essa portava, salvò tutti quelli ch’ivi erano, e poi si sottrasse anch’egli alla rovina: se non che poi confidando troppo in questa sua forza è probabile ch’egli trovasse quella fine della vita che ne raccontano alcuni. Dicono dunque che viaggiando egli una volta per una selva profonda, uscì per gran tratto della solita via finchè trovò un grosso tronco nel quale

Strabone, tom. III. 8