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esse, come raccontasi, si sono precipitate. Rimpetto a quell’isola sta un promontorio opposto a quello delle Sirenuse, e forma con esso il golfo Posidoniate1. A chi di quivi dà volta s’affaccia un altro seno contiguo, e dentrovi una città. I Focesi che la fondarono la chiamano Iela; altri da una certa fontana che vi si trova la dicono Ella, e i moderni Elea. Furono poi di questa città Parmenide e Zenone filosofi pitagorici. E parmi che per opera di questi due, od anche prima di loro, quella città fisse governata con buone leggi: per le quali i suoi abitanti poteron combattere coi Leucani e coi Posidoniati e riuscirne con vantaggio, quantunque fossero inferiori di territorio, e men numerosi.

Costoro sono necessitati dalla sterilità del suolo di attendere per la maggior parte alle cose del mare, all’opera dei salsumi e ad altre siffatte occupazioni d’onde traggono la sussistenza. Antioco dice ch’essendo presa Focea da Arpago generale di Ciro, que’ cittadini che poterono2 mettersi in mare colle intiere famiglie, primamente navigarono sotto Creontiade a Cirno ed a Messalia3 e che scacciati da que’ luoghi fondaron Elea: il qual nome lo derivano alcuni dal fiume Eleeto.

  1. Ora Golfo di Salerno. Il promontorio delle Sirenuse dicesi ora Punta della Campanella; e gli sta di rimpetto il Capo della Licosa.
  2. Τοὺς δυναμένους; e l’interprete latino: Quibuscumque facultatum tantum esset.
  3. Cioè: Alla Corsica ed a Marsilia. — L’Eleeto poi è il fiume Alento.