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libro primo 47

consuma lunghi ragionamenti per abbattere cose manifestamente false ed indegne di considerazione: alla prima, perchè accusa di frivolezza ogni poeta, e stima che la perizia dei luoghi e delle arti non ne accresca punto il merito. E poichè delle favole alcune si ascrivono a luoghi non finti1, quali sono Ilio, Pelio ed Ida; altre in luoghi finti, quali sono quei delle Gorgoni e di Gerione, Eratostene afferma che di quest’ultima sorta son quelli spettanti agli errori di Ulisse. E dice inoltre che coloro i quali sostengono non avere il poeta immaginati que’ luoghi, ma essersi valuto della cognizione che ne aveva, sono accusati falsi dalla propria loro discordanza. Perocchè collocano le Sirene2, gli uni presso al Peloro, gli altri a due mila stadii e più, verso le Sirenuse, le quali sono uno scoglio con tre vertici che divide il golfo Cumeo dal Posidoniate. Così Eratostene. – Ma lo scoglio di cui qui si parla, non che avere tre vertici, non ha sito alcuno nel quale ad alto si levi, spingendosi invece a guisa di un gomito lungo e stretto dai luoghi presso a Sorento fino allo stretto di Capria3, avendo da un lato ch’è

  1. Leggo col Coray ἐν τόποις οὐ πεπλασμένοις. La mancanza della negazione rende inintelligibili le precedenti edizioni. – Ilio poi è un nome dato a Troja da Ilo figliuolo di Troe. – Pelio è una montagna della Magnesia nella Tessaglia. – Ida è una montagna della Troade.
  2. Le Sirene sono tre piccole isolette vicine al capo Sirenusio, detto ora capo di Minerva.
  3. Capria ora dicesi Capri, ed è una piccola isoletta rimpetto al golfo di Salerno.