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libro quarto | 441 |
Varrone, il quale essendo allora capo di quella guerra li vinse. Augusto poi avendo inviati colà tre mila romani fondò la città d’Augusta1 in quel medesimo luogo nel quale Varrone aveva posto il suo campo: ed ora tutto il paese circonvicino è in pace, fino alle estreme sommità del monte.
Le parti di quelle montagne che guardano all’oriente, e quelle che sono volte al mezzogiorno le occupano i Reti ed i Vindelici confinanti cogli Elvezii e coi Boi, siccome quelli che stanno al di sopra delle costoro pianure. I Reti pertanto si allargano fino all’Italia sopra Verona e Como; e il vino retico tenuto fra i più lodati d’Italia si fa alle falde delle costoro montagne. Stendonsi inoltre anche fino a quei luoghi pei quali scorra il Reno. E sono di questa schiatta anche i Leponzii e i Camuni2. I Vindelici ed i Norici occupano per la maggior parte il fianco opposto di que’ monti insieme co’ Brenni e Genanni che sono già Illirii. Tutti costoro poi fecero sempre scorrerie sopra le parti d’Italia ad essi vicine, e nei paesi degli Elvezii, dei Sequani, dei Boi e dei Germani. Fra tutti i Vindelici hanno voce di arditissimi i Licazii, i Clautinazii e i Vennoni; e fra i Reti i Rucanzii e i Cotuanzii. Anche gli Estioni e i Briganzii appartengono ai Vindelici; e le loro città sono Briganzio, Campoduno, e Damasia3, ch’è quasi un baluardo dei Licazii. Della ferocia eser-