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poi in certe cavità di que’ monti si trova raccolto un gran lago; e vi sono eziandio due sorgenti non molto lontane l’una dall’altra. Dall’una di queste sorgenti escono il fiume Druenza che a guisa di torrente discende giù verso il Rodano, ed il Duria che tenendo contrario cammino va a mescolarsi col Pado dopo essere passato a traverso dei Salassii nella Gallia Cisalpina. E dall’altra sorgente, ma in luoghi molto più bassi di quelli ora detti esce il Pado, grosso e veloce1; il quale poi procedendo nel suo corso diventa e maggiore di prima e più placido; perocchè s’accresce delle acque di molti altri fiumi che vi mettono foce dopo ch’è già disceso nelle pianure, per le quali va spaziando e perdendo a poco a poco la sua rapidità. Finalmente sbocca nel mare Adriatico quando già è divenuto il maggiore dei fiumi che siano nell’Europa, dall’Istro in fuori2. I Medulli, da noi poc’anzi accennati3, abitano molto di sopra del lago dove l’Isara entra nel Rodano.

Sull’altro fianco di questi monti rivolto verso l’Italia stanno i Taurini4 nazione ligustica, ed altri Liguri.

  1. Leggendosi in Mela che il Po parvis se primum e fontibus colligit, et aliquatenus exilis et macer; gli Edit. franc. sospettano che debba forse leggersi οὐ πολὺς non grosso.
  2. Lucano (lib. ii, v. 416) lo dice maggiore anche dell’Istro; e in generale i poeti usano le espressioni di gran padre Eridano, di re dei fiumi.
  3. Da noi ecc. Queste parole non sono nel testo, ma pajono necessarie a congiungere il senso.
  4. La capitale di questi popoli era Torino, detta dai Romani