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libro quarto | 429 |
uguaglierebbe il frutto dei proventi che se ne potessero trarre; oltrechè qualora s’imponessero tribali bisognerebbe diminuire le gabelle, e adoperandosi la forza per esigerli vi sarebbe qualche pericolo.
Intorno alla Britannia vi sono alcune altre isolette. Ve n’ha inoltre una grande, l’Ierna1, che si stende al settentrione della Britannia, la quale è maggiore in larghezza che in lunghezza. Di quest’isola non abbiamo cosa alcuna da poter dire con sicurezza, se non che i suoi abitanti sono più incolti dei Britanni, siccome quelli che nutronsi di carni umane2 e sono voraci; mangiano i loro padri quando son morti, stimando così di dar loro onorevole sepoltura; e si mischiano palesemente non solo colle altre donne, ma ben anche colle madri e colle sorelle3. Ma anche queste cose noi le diciamo senza averne testimonianze che siano gran fatto degne di fede; sebbene l’usanza di nutrirsi di carni umane dicesi che l’hanno anche gli Sciti, ed è fama che nelle necessità degli assedii fanno lo stesso anche i Celti e gli Iberi ed altri parecchi.
Ancora più incerta è la storia di Tule per essere quell’isola fuori affatto di mano; siccome quella che viene creduta più settentrionale di tutti i luoghi che mai si conoscano. Quelle cose poi che Pitea dice di quell’i-
- ↑ L’Irlanda chiamata Hibernia da Cesare, Ivernia da Tolomeo, Juverna da Mela, ed Iris da Diodoro Siculo.
- ↑ Sono antropofagi, Άνθρωποφάγοι τε ὄντες.
- ↑ Uxores habent deni duodenique inter se comunes, et maxime fratres cum fratribus, et parentes cum liberis. Caes., De bell. gall. lib. V, c. 14.