Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
libro quarto | 427 |
hanno i capegli più biondi, ma sono per altro più deboli della persona. E in quanto all’altezza n’abbiam questo testimonio, che noi medesimi ne vedemmo in Roma alcuni, i quali sebbene fossero ancor giovinetti, superavano d’un mezzo piede gli uomini più grandi di quella città; se non che poi avevano le gambe torte all’infuori; e non erano bene configurati nel restante della persona.
Rispetto alle usanze in parte somigliano ai Celti, in parte sono più semplici e più barbari: così alcuni di loro, sebbene hanno abbondanza di latte, non ne fan cacio, per non conoscerne l’arte: e sono inesperti eziandio dell’arte degli orti e di quant’altro risguarda l’agricoltura1.
L’isola è divisa in parecchi principati2. Nelle guerre si valgono per la maggior parte di carri3, siccome fanno anche alcuni dei Celti. Le loro città sono i boschi: perocchè dopo avere circondata con alberi abbattuti una larga periferia di terreno, sogliono costruirvi dentro delle capanne e stalle per raccogliervi il bestiame, ma non per gran tempo. Il clima è quivi soggetto alle piogge piuttostochè alle nevi; ed anche nei giorni sereni vi può molto la nebbia; sicché nel corso di un giorno appena per tre o quattro ore verso il mezzodì
- ↑ Interiores plerique frumenta non serunt, sed lacte et carne vivunt, pellibusque sunt vestiti. Caes., lib. V, c. 14.
- ↑ Cesare dice che nel solo territorio di Canzio v’erano quattro re. E Diodoro Siculo afferma che tutti questi principi, a malgrado del loro numero, vivevano in pace.
- ↑ Cesare li denomina esseda.