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426 | della geografia di strabone |
alcun poco verso l’Oceano il fiume ed il monte dalla direzione che hanno parallela fra loro1.
Quattro sono i punti di tragitto dei quali si valgono solitamente a passare dal continente nell’isola; cioè quelli delle bocche dei quattro fiumi Reno, Sequana, Ligeri e Garonna. Ma coloro i quali vogliono tragittare dalle parti circonvicine al Reno, non cominciano proprio dalle bocche del fiume la loro navigazione, bensì dai Morini che sono limitrofi de’ Menapii2. Appo costoro è il porto Itio3, del quale si valse il Divo Cesare per ragunarvi le navi quando fece il suo tragitto a quest’isola: ed avendo salpato di notte approdò all’isola nel giorno seguente verso l’ora quarta dopo avere compiuta una navigazione di trecento venti stadii: e vi trovò le campagne coperte di messi. La maggior parte dell’isola è composta di pianure e di boschi, con molti colli per entro. Produce poi frumento, bestiame, oro, argento e ferro; e se ne traggono inoltre anche pelli, e schiavi e cani naturalmente buoni alla caccia. E i Celti si valgono nelle guerre di questi cani come anche di quelli dei proprii paesi.
Gli uomini di quell’isola sono più alti de’ Celti ed
- ↑ Pare che Strabone abbia confuso il capo settentrionale de’ Pirenei col capo Saint-Mabé presso a Brest, conosciuto da Pitea e da Eratostene sotto il nome di Capo Calbio. Il Gossellin che fa questa osservazione la prova col riscontro delle misure da Strabone indicate.
- ↑ I Menapj occupavano il Brabante. (G.)
- ↑ Credesi generalmente che al porto Itio corrisponda ora Ouessant all’ovest del Capo Grisnez. (G.)