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rifuggirono al di qua del Reno dove trovansi tuttavia. E v’hanno ancora colà alcuni popoli che dominano successivamente in diversi cantoni, secondochè vinti e cacciati da altri portano il fuoco della guerra presso i loro vicini1.

Al ponente dei Treviri e dei Nervii abitano i Senoni e i Remi, ed anche gli Atrebati e gli Eburoni. Ai Menapii sono congiunti dalla parte del mare i Morini, i Bellovaci, gli Ambiani, i Suessoni e i Caleti sino alla sboccatura del fiume Sequana. Il paese de’ Morini, degli Atrebati e degli Eburoni è conforme a quello de’ Menapii: perocchè è selva d’alberi non alti, ampia ma non però tanto quanto hanno detto gli storici che la fanno di quattro mila stadii2. Chiamanla Ardenna. Quando avvenivano incursioni guerresche intrecciavano le verghe spinose degli arbusti, e per tal modo intersecavan le vie, e di tanto in tanto piantavano a cotal fine anche dei pali. Essi poi con tutte le loro famiglie si nascondevano nelle parti più remote, dov’erano alcune isolette nel mezzo delle paludi. Queste ne’ tempi piovosi davano loro un rifugio sicuro; ma nelle stagioni asciutte prendevansi di leggieri. Ora poi tutti quelli che trovansi al di qua del Reno vivono in pace e sottoposti ai Romani. Lungo il fiume Sequana stanno i Parisii, i quali posseggono un’isola formata da quello stesso fiume, e la città di Lucotocia3; poi i Meldi,

  1. Tutto questo periodo è d’incerta lezione.
  2. Anche Cesare assegna a quella foresta l’estensione di 500 miglia, equivalenti a 4000 stadii.
  3. Fu detta anche Lucotecia, Lutezia, Leucezia.