cento mila soldati, e quando con un esercito due volte maggiore; così con quattrocento mila combatterono sotto Vercingetorige1 contro il divo Cesare; e da prima con duecento contro Massimo Emiliano ed anche contro Domizio Enobarbo. Le battaglie contro Cesare si fecero presso Gergovia, città degli Arverni situata sopra un monte elevato, della quale era nativo anche Vercingetorige; presso Alesia2 città de’ Mandubii (confinanti cogli Arverni) situata anch’essa sopra un alto colle, e circondata da monti e da due fiumi. Quivi fu preso il loro condottiero, e la guerra ebbe fine. Contro Massimo Emiliano poi combatterono presso il confluente dell’Isara e del Rodano, dove ancbe il monte Cemmeno si accosta a quest’ultimo fiume. Finalmente combatterono contro Domizio un poco al di sotto del luogo predetto dove il Sulga3 entra nel Rodano. Distesero poi gli Arverni la loro dominazione fino a Narbona ed ai monti della provincia marsigliese, soggiogando le nazioni fino ai Pirenei, all’Oceano ed al Reno. Si racconta che Suerio4, padre di quel Bitto il quale combattè contro Massimo e contro Domizio, fu di tanta ricchezza e di tanto lusso, che
- ↑ Cesare fa ascendere invece quell’esercito soltanto a cento cinquanta cinque mila.
- ↑ Le rovine d’Alesia sussitono ancora presso Flavigni nella Borgogna, fra due piccoli fiumi, l’Oze e Ozerain, che gettansi nella Brenna. (G.)
- ↑ Sorga.
- ↑ Ateneo dice Luernio, e forse è da legger Luterio. In quanto a Bitto alcuni leggono Bitito ed altri Bituito.