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libro terzo | 373 |
del flusso nelle pianure del continente1. Questo fenomeno poi del flusso e riflusso è comune, per quanto si dice, a tutta la spiaggia da cui l’Oceano è circondato.
Ma Posidonio parla poi di un altro fenomeno, proprio al fiume Ibero in particolare. Perocchè straripa, egli dice, talvolta anche senza pioggia o nevi, allorchè soffian frequenti i venti boreali: e dice che ne è cagione il lago ch’esso attraversa, le cui acque sono al creder suo sospinte allora dai venti insieme con quelle del fiume2. Racconta eziandio che v’ha un albero in Gadi co’ rami ripiegati giù verso il suolo, e colle foglie configurate in forma di spada, che sono frequentemente per lunghezza un cubito, e quattro pollici per larghezza. Che presso a Cartagena avvi un altro albero dalle cui spine si raccoglie una corteccia della quale si fanno bellissime tele. Rispetto a quello di Gadi ne vedemmo anche noi nell’Egitto uno consimile in ciò che risguarda i rami ripiegati all’ingiù; ma n’era poi dissimile nelle foglie e non produceva alcun frutto, mentre Posidonio afferma che quello veduto da lui ne era provvisto. In quanto alle tele se ne fanno di simili anche nella Cappadocia; ma le spine d’onde si trae la corteccia non le produce già un albero, bensì un’erba pedestre. Nar-
- ↑ Il traduttor francese avverte che in questo periodo manca probabilmente qualche parola.
- ↑ L’Ebro non attraversa alcun lago: ma a produrre il fenomeno qui accennato basta la forza del vento; oltrechè le piogge potrebbero, senza cader lungo l’Ebro, ingrossarlo, qualora gonfiassero altrove i fiumi che in quello poi mettono foce. Ed. franc.