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hanno in quei paesi le donne una certa preponderanza1, che non è molto conforme alla civiltà. Appartiene ai costumi iberici anche quello di portar sempre con sè un veleno ch’essi cavano da un’erba somigliante all’apio. Questo veleno uccide senza dolori, ed essi se lo portano sempre indosso contro ogni inopinato accidente. E finalmente il consacrarsi a coloro co’ quali una volta siansi legati di amicizia a tal segno da voler fino morire per essi.

Alcuni dunque dicono che la Celtiberia si divide in quattro parti2 siccome noi abbiamo già riferito; altri dicono in cinque: nel che non è possibile affermar cosa alcuna con sicurezza, perchè que’ luoghi soggiacquero a varie mutazioni e non sono conosciuti gran fatto. E nel vero, de’ paesi conosciuti ed illustri si sanno e le mutazioni e le divisioni ed i cambiamenti dei nomi, e quant’altro di consimile vi succede: perocchè se ne fa gran romore da molti e principalmente dagli Elleni che sono più d’ogni altra gente loquaci. Ma delle regioni barbare, fuor di mano, piccole e suddivise non vi sono monumenti nè sicuri nè molti: e quanto più sono lontane da’ Greci tanto più soglion essere ignorate. Gli storici romani imitano bensì quei di Grecia, ma non pienamente; giacchè quanto essi dicono lo ricavano dagli Elleni, ma poco v’aggiungon del proprio per-

  1. Potrebbe forse tradursi letteralmente: Una certa ginecocrazia. (γυναικοκρατία)
  2. Il testo dice veramente in due, ma poichè l’autore si riferisce al già detto, la correzione non può essere dubbia.