soddisfare alle necessità ed ai ferini appetiti, vivendo con pessime costumanze. Se pure non vi ha chi stimi studiosi del viver gentile coloro che soglion lavarsi coll’orina invecchiata nelle cisterne, e con quella pulirsi i denti essi e le loro donne; siccome dicon che fanno anche i Cantabri ed i loro vicini. Sì questa usanza come quella di dormire sul terreno sono comuni agli Iberi ed ai Galli. Alcuni poi affermano che i Gallaici sono atei: e che i Celtiberi ed i popoli confinanti con essi dal lato di settentrione, sagrificano ad una Divinità innominata, ne’ plenilunii, di notte, innanzi alle porte delle proprie case; dove tutti familiarmente danzando consumano l’intera notte. I Vettoni quando vennero per la prima volta nel campo dei Romani, vedendo alcuni centurioni che andavano qua e là pe’ sentieri, come suol farsi per desiderio di passeggiare, sospettarono che fossero pazzi, e si fecero a mostrar loro la via per ritornare alle tende: perchè stimano che bisogni o stare seduti oziosi o combattere. Di barbarica foggia si può appuntare anche il modo dell’ornarsi di alcune donne, di che parla Artemidoro: perocchè in qualche luogo portano collari di ferro con corvi1 salienti al di sopra del capo e sporgentisi molto in fuori dinanzi alla fronte, sui quali corvi poi quando esse vogliono calano il velo, sicchè si distende ed ombreggia loro il viso, ciò ch’esse credono ornamento; altrove portano al collo un timpanio che le ricinge sin all’oc-
- ↑ Κόρακας. Voglionsi intendere bacchette di ferro ricurve e somiglianti al becco di un corvo.