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libro terzo | 341 |
ed è quello il maggior emporio sì delle merci che vengon dal mare e vanno ai paesi in fra terra, come di quelle che vengono dalle interne regioni per essere trasportate al di fuori.
Verso il mezzo di quella spiaggia che stendesi da questa città all’Ibero1 avvi il fiume Sucrone e la sua foce, con una città dello stesso nome. Questo fiume discende da una montagna attinente a quella catena di monti che sovrasta a Malaca ed ai luoghi al di là di Cartagena: può passarsi a piedi; è parallelo all’Ibero; poco distante da quella città e da questo fiume. Fra il Sucrone pertanto e Cartagena v’hanno tre piccole città de’ Marsigliesi, non molto distanti dal fiume. La più conosciuta fra queste è Emeroscopio, la quale ha sul promontorio dov’essa è situata un tempio di Diana Efesia assai venerato, e di cui si valse Sertorio come di rocca marittima; perocchè è forte e opportuno al corseggiare, e chi naviga a quella volta può vederlo da lungi. Chiamasi poi Dianio, come a dire Artemisio2: ha da presso vene naturali di ferro, ed alcune isolette, Planesia e Plumbaria, con un lago marino al di sopra che ha quattrocento stadii di circonferenza. Seguita poi verso Cartagena l’isola di Ercole cui chiamano anche Scombraria a motivo degli scombri che soglionsi quivi pigliare, e dei quali si fa un ottimo garo3. Essa è distante da Cartagena ventiquattro stadii.