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libro terzo 331

da quel costume soggiogandoli, e convertendo in villaggi la maggior parte delle loro città, alcune delle quali peraltro furon da loro rendute migliori mandandovi nuovi coloni. Primi di tutti a cominciar quella vita contraria alle leggi erano stati i montanari, com’è naturale: perocchè coltivando un paese sterile e angusto, agognarono ai possedimenti degli altri; i quali per respingere gli assalitori dovettero di necessità negligentare le proprie faccende, sicchè invece di attendere all’agricoltura si diedero anch’essi alla guerra. Così poi avvenne che il paese nerligentato si fece sterile di naturali produzioni, e si trovò abitato sol da ladroni. È fama pertanto che i Lusitani siano esperti nelle insidie, nello spiare i fatti altrui, veloci, leggieri, versatili. Hanno un piccolo scudo concavo il cui diametro è di due piedi, e sospeso a corregge, senza fibbie, senza manico. Hanno inoltre un pagnale o coltello; corazze di lino per la maggior parte; pochi le portan di maglia. Gli elmi con tre creste son rari; i più li hanno tessuti di nervi. I fanti hanno anche gambieri, e ciascuno parecchi giavellotti. Ve n’ha che fanno uso anche di aste con punta di rame. Dicesi poi che alcuni abitanti lungo il fiume Durio vivendo al modo de’ Lacedemoni, ungonsi due volte ogni giorno, si scaldano con pietre infuocate, si bagnano nell’acqua fredda, e mangiano un cibo solo con nettezza e sobrietà. I Lusitani sono grandi sagrificatori, e considerano le viscere senza estrarle dalle vittime ed investigano inoltre anche le vene del petto, e ne traggono augurii. Si valgono poi anche delle viscere dei prigionieri