che tutti discorrono delle parti orientali parallelamente al Tago. Questi fiumi sono per la maggior parte navigabili, ed abbondano di arene d’oro: i più conosciuti, dopo il Tago, sono il Monda1 che porta soltanto piccole navi, il Vacua di cui dee dirsi lo stesso, e dopo questi il Durio che piglia da lungi il suo corso e lambe Numanzia e molte altre abitazioni de’ Celtiberi e de’ Vaccei, e può navigarsi con grandi barche per lo spazio di circa ottocento stadii. Seguitano poi altri fiumi, e fra questi il Lete che alcuni dicono Limeo2 ed altri Beliona, e scorre anch’esso da’ Celtiberi e da’ Vaccei, ed il Benis (alcuni lo chiamano Minio) molto maggiore di quant’altri fiumi sono nella Lusitania, nvigabile anch’esso per ben ottocento stadii. Posidonio afferma che anche questo fiume ha origine fra i Cantabri: d’innanzi alla sua foce trovasi un’isola, e due argini con porti. E vuolsi in questo lodar la natura, che i fiumi hanno colà sponde elevate ed acconce a capire negli alvei il flusso del mare, sicchè non trabocca nè si diffonde sui campi. Or questo fiume3 fu l’estremo con
- ↑ Ora Mendego. Le antiche stampe leggono Muliada. Il Vacua è ora detto Vouga. Il Durio è il Duero.
- ↑ Ora dicesi Lima. Leggo poi colle antiche stampe e col Coray οἱ δὲ Βελιῶνα καλοῦσι. Il Casaubono seguitato dagli Ed. franc. e da altri leggono οβλιουιῶνος, fiume dell’oblivione. - Il Benis o Minio che vien poco appresso è il moderno Minho.
- ↑ Se questo fiume è il Minio, come dee credersi per la sintassi grammaticale, vuolsi osservare che Bruto andò oltre sino al Neiva. Ma o Strabone non conobbe questo secondo fiume o nol credette degno di essere menzionato.