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libro terzo | 305 |
di riputazione e per averla di recente ripopolala i soldati di Cesare, comunque non sia splendidamente fabbricata. Appresso a queste città trovasi Italica, e poi Ilipa1 lungo il Beti: più da lungi Astiga, Carmona ed Obulco. Sonvi anche quelle nelle quali i figliuoli di Pompeo furono debellati, cioè Munda, Atetua, Ursona, Tucis, Giulia, Egua; tutte non molto distanti da Corduba. Munda è in qualche modo divenuta metropoli di tutta questa regione. Essa è discosto da Carteja mille e quattrocento stadii2. Quivi riparò Gneo Pompeo dopo che fu sconfitto; d’onde poi essendosi imbarcato, approdò a non so qual luogo montuoso imminente al mare, e vi fu ucciso. Sesto suo fratello, salvatosi in Corduba, dopo avere per breve tempo guerreggiato nell’Iberia, andò a ribellar la Sicilia, e di quivi cacciato nell’Asia, e preso dai generali di Antonio, lasciò la vita in Mileto.
Fra i Celtici è conosciuta principalmente Conistorsi,
- ↑ Italica, patria degl’imperatori Trajano ed Adriano, e del poeta Silio, soprannomato Italico, ebbe a fondatore Scipione che vi collocò i suoi invalidi. – Ilipa, patria di Plinio, è dal d’Anville collocata dove ora trovasi Alcala. – Astiga è Ecija. Carmona conserva il suo nome. – Obulco risponde al luogo detto ora el castello de la Manclova. (Edit. franc.)
- ↑ Altri leggono ἑξακισχιλίους καὶ τετρακοσίους, sei mila e quattrocento. Il Palmier propone di leggere quattrocento sessanta. Da Monda a Carteja, in linea retta, v’hanno al più 13 leghe, corrispondenti a 450 stadii di 700. (G.)
ti debbasi leggere Leptis, città di cui parla l'Autore del libro de Bello Alexandrino.
Strabone, tom. II. | 20 |