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della geografia di strabone libro terzo 295

all’avere un suolo aspro, è sommamente fredda, e bagnata dall’oceano; e vi s’aggiunge che non ha mischianza nè commercio colle altre parti, sicchè è di abitazione eccessivamente disagiata. E questo ci basti di quelle parti. Verso il mezzogiorno invece è fertile quasi tutta, e principalmente quella al di fuori delle Colonne, come si farà manifesto quando tratteremo partitamente di questa regione dopo averne prima descritta la figura e la grandezza.

Somiglia dunque l’Iberia alla pelle di un bue distesa pel lungo dall’occidente all’oriente, sicchè abbia rivolta a quest’ultimo le sue parti anteriori; e pel largo da settentrione a mezzodì. La lunghezza dell’Iberia è di circa seimila stadii; la larghezza di cinquemila dov’è maggiore: ma in qualche luogo è molto minore di tremila, massime verso i Pirenei che ne formano il fianco orientale. Perocchè quei monti stendendosi senza interrompimento dal mezzogiorno al settentrione1 dividono la Celtica dall’Iberia: le quali regioni sono entrambe irregolari nella loro larghezza, e il sito più angusto di tutte e due è quello che va dal nostro mare all’oceano presso ai Pirenei, dove dall’una e dall’altra parte sono golfi formati dall’Oceano e dal Mediterraneo; sì peraltro che i Celtici detti anche i Galatici sono maggiori e fanno l’istmo alquanto più stretto dalla parte dell’Iberia.

  1. I Pirenei stendonsi invece dall’est all’ouest inclinando alcun poco verso il settentrione. In conseguenza di questo errore Strabone assegna poi ai fiumi della Francia un corso che a loro non si conviene. (G.)