Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/258

244 della geografia di strabone

Or da Siene all’equatore v’hanno sedicimila e ottocento stadii; perocchè tanti ne comprendono le quattro sedicesime parti già dette, ammettendo che ciascuna di esse ne abbracci quattromila e duecento; e però lo spazio che resta fra i confini (meridionali) della Terra abitata e l’equatore, sarebbe di ottomila e ottocento stadii, e da quelli ad Alessandria ventun mila e ottocento.

Tutti poi s’accordano a dire che chi naviga da Alessandria fino a Rodi, e di quivi lungo la Caria e la Ionia fino alla Troade, a Bizanzio ed al Boristene, prosegue la linea retta che fa la corrente del Nilo1. Noi dunque pigliando le distanze già conosciute per mezzo della navigazione, e procedendo nella stessa linea retta al di là dal Boristene, dobbiamo considerare fin dove la terra sia abitabile, e dove siano i suoi confini dalla parte settentrionale. Al di là dal Boristene abitano i Rossolani2, ultimi fra gli Sciti da noi conosciuti, ma nondimeno ancor più meridionali dei popoli più remoti che noi conosciamo al di là della Britannia. Cominciando dalle frontiere dei Rossolani, i paesi non

  1. Così la pensarono Eratostene, Ipparco e Strabone, credendo che Rodi si trovasse sotto la stessa longitudine di Alessandria: le più recenti osservazioni però hanno dimostrato che la linea di cui parla Strabone non è punto una retta. (G.)
  2. I Rossolani, dai quali si crede che sia venuto il nome di Russi, abitavano quel paese che ora dicesi Ucrania. I popoli accennati subito dopo sono quelli dell’Ierna o dell’Irlanda, che il nostro Autore collocava al nord dell’Inghilterra, considerandola come l’ultimo paese abitabile da quella parte. (G.)