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libro secondo | 241 |
sottraendo dalla grandezza di tutta la terra questo nostro emisfero, da questo la metà, ed anche da questa metà il quadrilatero nel quale dicemmo esser posta la Terra abitata: e per analogia se ne determini anche la figura apparente, deducendola da quella delle parti a noi conosciute. Ora siccome la parte dell’emisfero settentrionale ch’è fra l’equatore ed il parallelo vicino al polo somiglia nella figura ad una vertebra1, e dall’altra parte il cerchio che passa pei poli e divide l’emisfero settentrionale divide anche la vertebra e ne fa due quadrilateri: così quello fra questi due quadrilateri in cui è compresa la Terra abitata, e sul quale si stende per un certo spazio l’Atlantico, corrisponderà alla metà della superficie della vertebra; e la Terra abitata, posta in quel mare come un’isola che somiglia nella sua figura ad una clamide2, occuperà meno che la metà di quel quadrilatero. E questo riesce evidente prima da prove desunte dalla geometria; poi argomentando dall’estensione del mare ch’è diffuso all’intorno e copre dall’una e dall’altra parte le estremità dei continenti,
- ↑ Σπόνδυλός ἐστι τὸ σχῆμα. Osservasi peraltro che il luogo di cui parla Strabone non rende punto l’immagine a cui egli lo somiglia, sicchè potrebb’esservi forse nel testo qualche alterazione.
- ↑ Possiamo immaginarci la clamide simile ad un mantello di forma semicircolare, e largo nella estremità inferiore assai più che nell’alto.
secondo quello che ne faceva naturalmente presumere il progressivo aumento del caldo o del freddo a misura che si progrediva verso l’equatore o verso il polo.
Strabone, tom. II | 16 |