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libro secondo | 217 |
È inoltre Posidonio d’opinione che l’emigrazione dei Cimbri e delle altre nazioni di quella medesima schiatta dal proprio paese non fosse occasionata da una subita irruzione del mare1. Suppone che la lunghezza della Terra abitata, la quale è di circa settanta mila stadii, sia la metà di tutto il cerchio sul quale questa lunghezza si prende; sicchè (soggiunge egli poi) navigando dall’occidente all’oriente per altrettante migliaia di stadii l’uomo arriverebbe nelle Indie.
Altrove egli imprende a censurare coloro che hanno divisa nel modo ordinario2 la Terra abitata, anzi che per mezzo di linee parallele all’equatore, colle quali avrebbero potuto indicare le varietà delle piante, degli animali e dei climi nella zona fredda e nella torrida, e i continenti piglierebbero sembianza di tante zone. Ma poi distrugge egli stesso i suoi proprii argomenti, e loda la divisione consueta, e senza vantaggio di sorta rende dubbiosa la quistione. E nel vero tutte queste diversità non sono dalla providenza3,
- ↑ Gli Edit. franc. traducono: Suivant Posidonius, l’émigration des Cimbres et des autres peuples de la méme nation qu’eux, sa sera faite, non tout-à-coup, mais à mesure que la mer empiétoit sur leur pays. Io seguito la lezione del Coray: οὐ γενέσθαι κατὰ θαλάττης ἔφοδον ἀθρόαν συμβᾶσαν.
- ↑ Nel modo ordinario. Cioè nei tre continenti, Europa, Asia ed Africa.
- ↑ Οὐκ ἐκ προνοίας γίνονται. Gli Edit. franc. traducono: Ne sont dus à aucun plan prémédité.