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spie ai confini della Carmania e della Perside; e che quest’ultima linea, la quale fa col meridiano delle Porte caspie un mezzo angolo retto1, va fra il mezzogiorno e il levante equinoziale: e siccome il corso dell’Indo è parallelo a codesta linea, perciò il fiume uscendo delle montagne dovrebbe dirigersi non verso il mezzogiorno, come afferma Eratostene, ma fra il mezzogiorno e il levante equinoziale, come fu descritto nelle carte antiche.»

Ma chi mai concederà che il triangolo predetto sia d’angoli ottusi, senza concedere poi che quello ond’è contenuto sia rettangolo? Chi mai concederà che la linea condotta da Babilonia a Susa sia una di quelle che circondano l’angolo ottuso, e seguiti la direzione di un parallelo, poi non vorrà assentire questa medesima circostanza anche rispetto a tutta la linea che va fino alla Carmania? Chi mai concederà che sia parallela all’Indo la linea tirata dalle Porte caspie ai confini della Carmania? eppure senza di ciò è vano il ragionamento d’Ipparco.

«Inoltre, soggiunge Ipparco, anche Eratostene ha detto che la figura dell’India è romboidale: e come il fianco orientale si spinge molto verso oriente (massime nell’estremo suo promontorio il quale riesce anche a mezzogiorno più che il restante di quella spiaggia), così debb’essere eziandio del fianco formato dall’Indo.» —

  1. Un angolo di 45 gradi. Il Gossellin poi osserva che a norma delle misure premesse quest’angolo sarebbe soltanto di 43° 5’.