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gata di quivi fino al meridiano di Tapsaco, parrebbe al senso uguale o quasi uguale a quella che fosse condotta dalle Porte caspie a Tapsaco; e Babilonia sarebbe di tanto più orientale che Tapsaco, di quanto la linea che va dalle Porte caspie a questa città supera quella che dai confini della Carmania si stende a Babilonia stessa. Ma Eratostene non disse nè che quella linea la quale segue il lato occidentale dell’Ariana sia nella direzione del meridiano, nè che quella condotta dalle Porte caspie a Tapsaco formi un angolo retto col meridiano delle Porte caspie; ma piuttosto, al suo dire, quest’angolo sarebbe formato da quella che si tirasse lungo le montagne (del Tauro) con cui la linea che andasse dalle Porte caspie a Tapsaco formerebbe un angolo acuto. Nè dice che la linea condotta dalla Carmania a Babilonia sia parallela a quella che dalle Porte predette va a Tapsaco: oltre che, quando bene queste due linee fossero parallele, ma la prima di esse però non formasse un angolo retto col meridiano delle Porte caspie, questo non gioverebbe punto di più alla conclusione dell’argomento. Ma nondimeno Ipparco pigliando questa opinione siccome cosa già dimostrata, e tenendo che Babilonia sia, secondo Eratostene, più orientale di Tapsaco lo spazio di mille stadii, si finge poi da sè stesso un altro argomento, di cui si vale appresso, e dice: Che qualora alcuno immagini una linea retta tirata da Tapsaco verso le parti meridionali, ed una perpendicolare che da Babilonia vada a finire sopra questo meridiano, ne risulterà un triangolo rettangolo, formato di un lato che si stenderebbe