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6 della geografia di strabone

stelle sempre visibili nelle loro rotazioni, non avrebbe detta che questa sola è divisa dai lavacri del mare. Sicchè non lo accuseremo più d’ignoranza, quasi ch’egli abbia conosciuta una sola delle due orse; perocchè non è probabile che di que’ tempi la seconda fosse già annoverata fra le costellazioni: ma solo dacchè i Fenici l’ebbero osservata e se ne valsero a navigare s’introdusse anche fra i Greci questa distribuzione. Lo stesso dee dirsi anche della chioma di Berenice, e di Canopo, che ieri soltanto ebbe il suo nome1, e di molte altre costellazioni che sono anonime ancora, secondochè Arato dice. Quindi Cratete non ebbe ragione di correggere sol esso è escluso dai lavacri2, fuggendo ciò

    dine. Ora per que’ luoghi il cerchio artico è al 52° nord; e siccome ai tempi di Omero la stella più meridionale del carro aveva presso a poco 64° 15’ di declinazione, così essa era di 12° 15’ più settentrionale del cerchio artico. Quindi non essa sola ma anche tutte le stelle più settentrionali di queste di 12° 15’ non tramontavano. Non è dunque esatta l’espressione di Omero, quando egli dice, l’orsa essere la sola costellazione che non si bagna nell’oceano: e il commento che ne dà Strabone accusa un soverchio entusiasmo dell’Autore per quel poeta. (G.)

  1. Ho conservato il modo greco ἐχθὲς καὶ πρώην κατωνομασμένον; proverbio usitatissimo, dice il Casaubono, a significare una cosa affatto recente.
  2. Il testo omerico è: οἶη δ᾽ ἄμμορός ἐστι λοετρῶν; e Cratete corresse οἶος affinchè s’intendesse non οἶη ἡ ἄρκτὸς (sola l’orsa), ma οἶος ὁ ἄρκτικὸς (solo il cerchio artico), e così si venissero a comprendere tutte e due le costellazioni. Ma Strabone rigetta l’emendazione del grammatico, perchè gli antichi quando dissero ἄρκτον intesero non l’orsa ma il cerchio artico. (Casaub.)