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saper grado a coloro che in qualche modo ci hanno data contezza della natura di que’ paesi: ma quando poi cava le sue geometriche obbiezioni non tanto da quello che Eratostene dice, quanto dalle invenzioni sue proprie, allora fa ancor più manifesto il suo desiderio di censurare.

Eratostene adunque descrivendo, come abbiamo veduto, sommariamente questa terza Sezione, dice che dalle Porte caspie all’Eufrate v’hanno dieci mila stadii. Dividendo poi questo spazio in parti secondochè lo trovò misurato, fassi di nuovo dall’Eufrate e dal luogo in cui si passa quel fiume in vicinanza di Tapsaco; e di quivi al sito in cui Alessandro passò il Tigri conta duemila e quattrocento stadii. Da questo punto poi misurando fino alle Porte caspie i luoghi che vengono appresso, attraversando Gaugamele, il Lico, Arbella ed Ecbatana, ove Dario ricoverò fuggendo da Gaugamele, compiesi il numero di diecimila stadii, non ve n’essendo se non trecento di più. Di questa maniera Eratostene misura il lato settentrionale, senza giudicarlo però parallelo ai monti, nè alla linea che partendosi dalle Colonne attraversa Atene e Rodi: perocchè Tapsaco è molto distante dai monti, e nondimeno s’incontrano il monte e la strada che va da Tapsaco alle Porte caspie1. Tali sono i

  1. Ἠ γὰρ Θάψακος πολὺ τῶν ὀρῶν ἀφέστηκε, συμπίπτει δὲ καὶ τὸ ὄρος καὶ ἡ ἀπὸ Θαψάκου ὁδὸς ἐπὶ τὰς Κασπίους πύλας. Credetti opportuno trascrivere le parole del testo e la versione francese, la quale è in parte diversa: Car Thapsaque est fort éloignée des montagnes, et la route qui tend de Thapsaque aux Pyles Caspiennes, ne rencontre les montagnes qu’aux Pyles Caspiennes.