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mila stadii, mentre egli la fa di dodici mila soltanto?». – Ma noi rispondiamo che Eratostene adduce a motivo di questo suo dissentire da Patrocle non già quella piccola differenza che qui viene accennata, ma ben anche l’autorità dell’itinerario concordante con quella di Megastene. Nè è meraviglia che una testimonianza sia giudicata più credibile di un’altra; o che ad un medesimo autore in alcune cose si creda ed in altre no, qualora da un altro ci sia posta innanzi un’opinione più sicura. Ma è cosa ridicola il credere che una gran differenza di opinioni tolga fede ai dissenzienti: mentre per lo contrario questo dovrebbe aver luogo trattandosi di lievi diversità. Perocchè in un piccolo errore possono cadere, non altrimenti che gli scrittori volgari, anche quelli che sono più sapienti degli altri: ma nelle cose grandi se può errare l’uomo ordinario, colui ch’è più erudito vi soggiace di rado; e perciò egli è poi creduto di preferenza.

Tutti coloro pertanto che scrissero intorno all’India nella maggior parte delle cose mentirono; ma sopra tutti Deimaco. Gli tengono dietro Megastene, Onesicrito, Nearco ed altri di cotal fatta raccontatori di frivolezze: le quali cose ci è accaduto di dover pienamente vedere quando scrivemmo le Memorie dei fatti di Alessandro. Ma si vuole principalmente negar credenza a Deimaco ed a Megastene; i quali parlano di Enotochiti, di Astomii, di Arrini, di Monoftalmi, Macroscheli ed Opistodattili1. Rinnovarono inoltre l’o-

  1. Questi nomi che ho creduto di dover conservare nella