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i quali affermano che la distanza dall’Oceano meridionale in alcuni luoghi è di venti mila stadii, in alcuni di trenta mila: questo da costoro esser detto; e concordare colla loro asserzione le carte antiche. Ed essere assurdo che al solo Patrocle debbasi prestar fede; e che negligentando questi due che testimoniano sì chiaramente contro alla sua opinione, si debbano rettificare sulla fede di lui le carte antiche, anzichè lasciarle siccome sono infino a tanto che non si abbiano più sicure cognizioni». – Ma io credo che a questo discorso si possano fare parecchie obbiezioni. Primamente Eratostene si vale di varie testimonianze, e Ipparco asserisce che adopera soltanto quella di Patrocle. Ma chi erano dunque coloro i quali dissero che le estremità meridionali dell’India si trovano nella stessa latitudine dei luoghi vicini a Meroe? coloro i quali determinarono la distanza dal parallelo di Meroe a quello che passa per Tine? coloro i quali affermano che lo spazio dalla Cilicia ad Amiso corrisponde alla larghezza dei monti? coloro i quali c’insegnano che andando da Amiso pei Colchi e per l’Ircania ai Battriani ed alle genti che si stendon più oltre fino al mare orientale, si percorre una linea diretta verso il levante equinoziale costeggiando sempre le montagne che sorgono a destra? e che questa medesima linea, prolungandosi verso il ponente, attraversa le Propontide e l’Ellesponto? Eratostene adotta tutte queste opinioni siccome attestate da uomini che furono nei luoghi dei quali parlarono, avendo avuto alle mani molti documenti dei quali egli abbondava, per es-