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dall’Indo sino all’Iberia ne conta meno di duecento mila.» - Ma qui pure Eratostene non ragiona dirittamente. Perocchè questo raziocinio potrebbe farsi colla scorta dei matematici rispetto alla zona temperata ed a quella ove noi abitiamo, di cui la terra abitata non è se non una parte; ma non rispetto alla terra abitata considerata di per sè sola: dacchè noi diamo questo nome a quella parte della zona temperata che abitiamo e che ci è conosciuta. Ma si comprende che in questa medesima zona temperata vi possono essere due Terre abitate, ed anche più, principalmente vicino al parallelo che attraversa Tine ed il mare Atlantico.

Soffermandosi poi di nuovo Eratostene sulla sfericità della terra, mostrasi nuovamente degno di quel rimprovero che gli abbiamo già fatto. Così anche rispetto ad Omero non rifinisce mai dal ripetere le censure già dette.

Appresso dice che molto si è parlato dei continenti1: che secondo gli uni sono divisi dai fiumi, per esempio dal Nilo e dal Tanai, in modo da risultarne parecchie isole; secondo gli altri dagl’istmi fra il mar Caspio e quello di Ponto, fra il mar Rosso e l’Ecregma, e diedero il nome di penisola alle singole parti. E soggiunge di non vedere come questa ricerca possa trasportarsi

  1. Vuolsi qui avere una chiara idea di ciò che i Greci intendevano sotto il nome di Continenti (ἠπείρος); pel quale significavano non già la Terra ferma in generale ma le tre parti di essa, Asia, Libia (od Africa) ed Europa. Se avessero voluto dinotare una porzione di terra le cui parti siano tutte unite e non disgiunte da mari, vi sarebbe stato per loro un Continente solo, giacchè l’Europa e l’Africa sono unite all’Asia. (Ed. fr.)