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libro primo 137

e tutti questi luoghi sono volti a settentrione, e sono della Celtica non dell’Iberia, ed anzi sono mere invenzioni di Pitea1. Alle misure poi della lunghezza già dette aggiunge altri due mila stadii verso occidente e due mila anche verso oriente, per salvare quell’opinione che fa la larghezza il doppio della lunghezza.

Aggiunge2 a tutto questo Eratostene che per legge fisica la maggior dimensione della terra abitata è dal levante al ponente, dicendo che «secondo le leggi della fisica la terra abitata debb’essere più lunga dal levante al ponente, che larga dal nord al mezzodì, come abbiam già notato; perchè tale è pure la maggior dimensione della zona temperata. È noto che questa zona, rientrando, come dicono i matematici, in sè stessa forma intieramente il circolo; per modo che, se l’ampiezza del mare Atlantico non si opponesse, potremmo navigare dall’Iberia all’India seguitando sempre uno stesso parallelo, di cui le terre già dette e misurate a stadii occupano più che la terza parte; dacchè il parallelo di Tine3 sul quale abbiamo determinate le distanze

  1. Il nostro Autore ha ragione di dire che il prolungamento del Capo Calbio non altera punto la lunghezza del continente; ma s’inganna asserendo ch’esso è una mera invenzione di Pitea. Esso è il Capo di Sant-Mahé rimpetto all’isola d’Ouessant; e si vedrà come Strabone, per averlo escluso dalla sua Carta, ha sfigurata la Gallia. (G.)
  2. Questo paragrafo credesi dai filologi mutilato e guasto. Le correzioni adottate dagli Editori francesi furono proposte dal celebre Bréquigny.
  3. Tine o Thinae è la città di Tanaserim sulla costa occidentale del regno di Siam bagnata dal golfo di Bengala.