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94 | della geografia di strabone |
invenzione di Omero, ma si compone di quelle cose che trovansi raccontate intorno allo stretto di Sicilia. E se il riflusso avviene due volte fra il giorno e la notte, ed Omero disse invece tre volte:
Tre fiate il rigetta e tre nel giorno
L’assorbe orribilmente;
può essere giustificato. Perocchè non debbe già credersi che questa differenza sia nata dall’ignoranza del vero, ma sì piuttosto dall’amore di quel non so che di tragico e di terribile che Circe introduce sempre in buon dato ne’ suoi discorsi anche a costo di frammischiarvi cose non vere, per rimovere Ulisse dal disegno di partirsi da lei. Laonde in que’ versi medesimi Circe soggiunge:
. . . . . . . . Or tu a Cariddi
Non t’accostar mentre il mar negro inghiotte:
Chè mal sapria dalla ruina estrema
Nettuno stesso dilivrarti.
E nondimeno Ulisse poi si trovò in quel discorrimento di mare nè vi perì, siccome dice egli stesso:
Tra la grotta di Scilla, e la corrente
Mi ritrovai della fatal vorago,
Che in quel punto inghiottia le salse spume.
Io slanciandomi in alto, a quel selvaggio
M’aggrappai fico eccelso, e mi v’attenni,
Qual vipistrello1:
e quivi stette aspettando gli avanzi del naufragio, li afferrò, e salvossi. Sicchè Circe esagerò descrivendo quel