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e Tronia figlia del re Belo. E lo stesso dice anche Stesicoro. Laonde possiamo congetturare nell’età di questi poeti quel paese si nominasse già Arabia, ma non così forse al tempo degli Eroi.

Coloro poi che degli Erembi fanno una nazione, e una seconda de’ Cefeni, e una terza de’ Pigmei ed altre infinite, saranno forse meno creduti; siccome quelli che non sono degni di fede, e confondono la storia col favoloso. Simili a costoro sono quelli che pongono i Sidonii ed anche i Fenici nel mare di Persia1, od altrove nell’oceano, sul quale poi vogliono che navigasse Menelao. Ma un argomento gravissimo per non prestar fede a costoro si ha nella contraddizione in cui cadono essi medesimi. Perocchè gli uni dicono che anche que’ Fenici e Sidonii i quali sono appo noi siano colonie partitesi da quei dell’oceano, soggiungendo che si chiamano Fenici dall’essere rosso il mare2. Altri invece sostengono che quei dell’oceano sono colonie dei nostri. Sono poi alcuni altri i quali trasportano l’Etiopia nella nostra Fenicia, e dicono che i casi di Andromeda successero in Ioppe: nè questo dicono per ignoranza de’ luoghi, ma piuttosto per una specie di favola, come quelle che trovansi in Esiodo e in altri; le quali Apollodoro espone, nè sa poi in qual modo concordarle con quelle di Omero. E recando in mezzo ciò che questo poeta dice del Ponto e dell’Egitto lo

  1. Cioè: nel golfo Persico.
  2. Il nome di Fenici (Φοίνικες) in greco vale lo stesso che rossi, purpurei.