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AI PROLEGOMENI 71

nazione s’era già sparsa in ogni città, nè agevolmente si troverà luogo al mondo, che a questa gente non abbia dato ricetto, o non sia da lei occupato; quindi avvenne, che l’Egitto, e la Cirenea siccome soggetta a’ medesimi principi, e più altri paesi li tennero in somma stima; e diedero un onorevole sostentamento a un buon numero di Giudei, e valendosi delle patrie loro leggi crebbero a grande stato. Certo in Egitto v’ha pei Giudei abitazione determinata, oltre la città di Alessandria, di cui una buona parte fu assegnata a questa nazione. Quivi hanno eziandio il loro capo, il quale e regge la nazione, e decide le controversie, e presiede a’ contratti e alle leggi, come un governatore di ben regolata repubblica. In Egitto adunque forse ingrandì la nazione, tra perchè egiziani d’origine sono i Giudei, e perchè quei tra loro, che uscirono dell’Egitto, abitavanne poco lungi. Indi passarono in Cireneo, siccome paese vicino al dominio egiziano, non altrimenti che la Giudea, o per meglio dire parte di quel dominio u. Cosí Strabone (Gios., A. G. l. xvi, c. 12.)

Narrava Strabone nelle sue Memorie istoriche come Lucullo con poche migliaia di soldati desse piena sconfitta alle infinite schiere de’ barbari onde si componeva l’esercito di Tigrane, e riportava che i Romani medesimi si vergognavano e dileggiavano sè stessi per aver usate le armi contra persone sí vili (Plut., Vita di Lucullo).

Della spedizione di Pompeo e Gabinio nella Giudea scrive ancora Nicolò Damasceno, e Strabone di Cappadocia, nè l’mio in ciò si discorda punto dall’altro (Gios., A. G. l. xiv, c. 11).

Quando Pompeo giunse in Damasco e di là aggravasi per la Celesiria, gli vennero ambascerie da tutta la Siria, da Egitto, c dalla Giudea altresì; conciossiachè Aristobolo gli mandò un gran regalo, ciò fu una vite d’oro del valore di cinquecento talenti. Di tal donativo fa ricordanza anche Strabone di Cappadocia con tai parole. Venne una legazione pur dall’Egitto con una corona di cinque mila monete d’oro; e dalla Giudea, o vite o giardino che fossa la manifattura, che venne in dono, si nominava il piacere. Certo, questo presente noi pure l’abbiamo veduto in Roma appeso nel tempio di Giove Capitolino con sopravi scritto