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50 PROLEGOMENI

libero anch’io dalla fatica delle greche annotazioni, giacchè il lettore istruito nella francese favella (ed oggi chi non lo è?) paragonando col testo la traduzione e le note, può da queste le cagioni apprendere di molti mutamenti del testo, o diverse interpretazioni, e noi traduttori giudicare, Giudicare! gran parola! almeno per la parte che io ho tradotta. De’ miei errori ne ho pur io scoperti alcuni, e in sul finire della stampa spero accennarne la correzione. Perchè la traduzione di scrittore qual si è questo, esca scevra d’errori, o almeno pochi ne abbia, gioverebbe ch’ella non fosse stampata prima del totale suo compimento. L’avanzarsi a poco a poco nel testo ci avvezzerebbe allo stile di Strabone, e conseguentemente ne impedirebbe di errare molto, o almeno ne porgerebbe il tempo opportuno per emendare taluni di que’ falli. Ma costretti di stampare quanto di mano in mano da noi si traduceva, meritiamo scusa, se siamo talvolta caduti, prima che avere il tempo di preservarci dalla caduta. Pur il dico di nuovo, questa difesa vaglia almeno per quella parte che fu per me tradotta, e la quale ora io devo al lettore indicare.

Dei diciassette libri della Geografia, il III, IV, VII, VIII, XII, XIII, XIV e XV (245) furono interamente da me tradotti, e mie sono ugualmente le sottopostevi annotazioni, da quelle in fuori che hanno un G in fine, le quali sono del dotto geografo Gossellin. Nondimanco alcune di esse sono comuni ad entrambi, e di ciascuno la parte si distingue con questa linea —. Dei rimanenti libri il I, II, V, VI, IX, X e XI la traduzione è del mio dotto cooperatore Du Theil, nè io ho ad essa coo-