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mandato fuori sotto quel pseudonimo “per iscoprire gli animi,„ col dubitare se la Commedia di Dante fosse un poema regolare1.

XI.


Erasi infatti proposto il Castravilla di provare nel suo Discorso, che la Commedia, per cui il Varchi stimava Dante superiore ad Omero, tanto manca che sia quel che egli diceva, che neppure è poema, “dato e non concesso che fusse poema, e’ non è poema eroico e infra i poemi eroici gattivo poema„, essendo pieno d’imperfezione in tutte le sue parti, nella favola, nel costume, nel concetto e nella elocuzione2. Ed era andato dimostrando ciò a fil di logica, fondandosi sulle leggi poetiche fissate da Aristotile e ripetendo le accuse del Bembo. Ma dispiacque l’ardir suo ai fiorentini. Il Lasca si commoveva come alla pubblicazione del vocabolario del Ruscelli, e con un terribile sonetto entrava in arringo “per batter l’insolenza pedantesca„ di questo “prosontuoso, pazzo, scatenato„3. L’Accademia degli Alterati discusse il Discorso in sette tornate dell’anno 15734, e scrissero la difesa di Dante, ribattendo uno per uno gli argomenti del suo detrat-



  1. La copia è nella miscellanea I degli autografi del Borghini. Sul tergo del quinterno è scritto «Cre Salu. sotto nome finto del Castr. — se Dante — ; per scoprire gli animi ne dubitò».
  2. Discorso, ediz. cit.; pp. 205 sg.
  3. Son.: Viso di pinco, di cane arrabbiato.
  4. Diario dell’Accademia degli Alterati nel cod. ashburn. della Laurenziana 558.