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-riammettere un’arbitraria alterazione del testo, si potrebbe spiegare che nei codici fiorentini si trovi malo poema e nella copia del Bulgarini gattivo poema?. Alcuno potrebbe sospettare che l’alterazione fosse arbitrio dei trascrittori fiorentini; ma oltre che quel latinismo è conforme allo stile di tutto il Discorso, la pluralità dei codici delle biblioteche di Firenze basta a condannare la variante del testo senese. Un’altra domanda è da farsi. Se il Discorso fosse venuto alle mani dei letterati di Italia pieno di senesismi, come i fiorentini, che pur furono curiosi di conoscere questo nuovo detrattore di Dante, non si sarebbero accorti che in Siena bisognava cercarlo? A me del resto la dichiarazione del Bulgarini sulla fedeltà del testo da lui pubblicato e il confronto della sua copia manoscritta e della stampa coi manoscritti delle biblioteche fiorentine danno sicurezza, che il polemista senese non fu r untore del Discorso mandato fuori sotto il nome del Castravilla. A porre la dichiarazione fu indotto dal sospetto che altri potesse credere che ei non si fosse accorto di alcune voci od espressioni non buone nella lingua toscana contenute nel Discorso^ come ben si deduce da una nota posta nel fine della sua copia (1); della qual nota non sapremmo trovar la ragione, se il Discorso fosse del Bulgarini. La stampa poi è bruttata di errori (causati, si osservi, dalla (*) «Le parole... che sono lineate forse per non buone o modi del parlare mal detti nel toscano idioma si sono voluti lassare studiosamente come proprii dell’autore del Discorso, non consistendo la disputa nelle parole ec, ma ne’ concetti, in particolare poetici >.