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— 30 del secolo XVI òhe compresero l’alto significato civile della poesia dantesca; mostrarono però di avere inteso i pregi letterari e di giudicarne con criterio storico. VII. Mirabile in ciò fu sopra ogni altro Vmcenzìo Borghiui. Non meno pieno d’entusiasmo per il poema di DiintC; che il Gelli ed il Lenzoni, fu |)iù gentile di loro, non meno efficace però e certo più assennato nel difendere l;i prima luce della fiorentina gloria dalle accuse del Bembo (i). Dispiacquegli che il Dalla Ca a " tanto rozzamente „ si fosse posto a biasimare il suo concittadino; ed ebbe per lai aspre parole (^): ma al Bembo non détte mai biasimo apertamente " per la riverenzia che a si grand’uomo „ stimava doversi, é per r obbligo che a suo giudizio dovevano avergli i fiorentini " per aver primo con tanta affezione e fatica dato riputazione alla lingua nostra „ {^). Pur, sebbene con ogni sottigliezza cercasse di salvarlo dalle censure, che potevano essergli fatte pel cattivo giudizio che aveva dato di Dante, vinto dalla forza del vero, confessava che il Bembo, " tirato dal suo genio in altra sorte di poesia più dolce e più delicata, non gustò né mise quello studio in quell’altra, che conveniva a poter (^) Discorso dello scrivere contro ad alcuno nella Raccolta di opuscoli inediti o rari; Firenze, Società tipografica italiana, 1844; p. 53. («) Ivi. {^) Modo di salvare il Bembo tra gli autografi borghiaiaai della Nazionale di Firenze ( Miscellanea I ).