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— 29 — visse in patria e in ventidue poi dello esilio, nelle infinite avversità, di fortuna che egli ebbe, si mostrò tale e si portò di maniera, che negli affanni cosi pubblici come privati seppe in modo cantar d’amore, che per avventura ninno il passò. E nelle altre composizioni non solo di grande spazio si lasciò a dietro tutti que’ che aveano scritto innanzi a lui; ma non è egli stato raggiunto ancora da chi dietro a le sue pedate ha cercato poi seguitarlo». Passato quindi a confutare il Tomitano, anche qui, dopo le prime difese generali, parendogli che " come chi riprende le cose d’altri, senza mostrarne ragione alcuna, non lo fa senza biasimo di non so che, cosi chi oppone al parer d’altrui il parer proprio semplicemente ed assoluto, non pare che risponda „, scende ai particolari e con esempi dimostra l’arte maravigliosa, onde s’abbella il poema di Dante. Dopo di che termina il ragionamento, facendo esclamare al Licenziado " Oh bello, oh bello anzi maravigliosamente bellissimo! Oh poeta veramente divino e degno al tutto del nome suo!;, Non sempre giusta sembra oggi a noi questa difesa; ma ribatteva accuse esagerate: ci paiono inutili molte considerazioni, e vani argomenti di difesa alcune sottigliezze di retori e di filosofi; ma ognuno combatte colle armi che ha alla mano. Secondo le regole di Aristotile si lodava e biasimava nel cinquecento; e Dante invece può dar nuove regole di poesia, non esser giudicato nei particolari secondo norme tratte da poemi di diversa natura; né tutto nella Commedia consiste nella forma. Or non furono certo i difensori di Dante