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~ 21 — Quel Dante sai? lo qual Omer toscano Appellar deggio sempre, come ancora Virgilio è detto Omero mantovano, Per cui la patria mia tanto s’onora; E ch’il Petrarca fa di lui soprano Nell’arte matematica lavora. Che Dante vola più alto, e questo dico Col testimonio di Giovanni Pico. Lo quale disse ch’ambi hanno l’onore, Questo di senso e quello di parole; Vero è che quant’al frutto cede il fiore, Quanto del sol il lume ad esso sole^ Cotanto d’ogni stile il bel candore Concede a quella vasta e orrenda mole D’un alto ingegno, d’un concetto tale, Ch’oltre l’ottavo cerchio spiega l’ale. Tal dico ancor, ch’un chirie dì Josquino, Si come assai più vai di tante e tanti Canzoni e madricai del Tamburino merdagalli gli appellar alquanti. Cosi parmi che Dante alto e divino Si lascia ’pò le spalle gli altrui canti, Che quanto più de l’opre vai la fede, A Beatrice tanto Laura cede. In Toscana trovò Dante i più ferventi ammiratori; e per le accuse del Bembo e dei suoi seguaci ebbe valenti e passionati difensori. Ninno ardi apertamente biasimare il grande concittadino^ tranne il Della Casa, che appuntò di disonestà e viltà, alcune parole del