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- 12 — suo credere, col giudizio che poco dopo il Bembo esprime intorno al Petrarca: " nel quale tut^e le grazie della volgar poesia raccolte si veggono „. "Donde iivece (conclude) salta spontanea e naturale Fidea dell’eccellenza del Petrarca, ma in im carattere soltanto della sua poesia, cioè nella grazia e nella raffinatezza in gran parte esteriore e formale „. Ma ond’e allora che, nonostante codesta magnificenza e ampiezza del soggetto riconosciuta ed apprezzata, il Bembo mostravasi maravigliato che il Cosmico in uno dei suoi sonetti avesse per essa dato il secondo posto al Petrarca (^)? Non manifestava forse il suo pensiero, quando faceva dire al fratello Carlo, che sarebbe stato più lodevole per Dante, invece di cadere in tanti difetti quanti egli ne enumera, mettersi a scrivere di "meno alta e meno ampia materia „ C^)ì Giudicava due esser le parti " che fanno bella ogni scrittura, la gravità e la piacevolezza „, e riponeva sotto la gravità

  • l’onestà, la dignità, la maestà, la magnificenza, la

grandezza e le loro somiglianti „, sotto la piacevolezza (*) Opere, II, 80. (*) «Quanto sarebbe stato più lodevole, ch’egli di meno alta e di «meno ampia materia posto si fosse a scrivere, e quella sempre nel suo «mediocre stato avesse, scrivendo, contenuto, che non è stato cosi larga «e cosi magnifica pigliandola, lasciarsi cadere molto spesso a scrivere «le bassissime e le vilissime cose; e quanto ancora sarebbe egli miglior «poeta, che non è, se altro che poeta parere agli uomini voluto non «avesse nelle sue rime Che mentre ch’egli di ciascuna delle sette arti «e della filosofia e oltra ciò di tutte le cristiane cose maestro ha vo€ luto mostrare di esser nel suo poema; egli men sommo e meno per«fetto è stato nella poesia.» Opere II, SI.