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educare all’amor del Vero e del Bello queste vergini anime, che, ov’io guardassi solo alle forze mie, dovrei accusare me stesso di soverchia temerità per averlo accettato. Ma perchè desidero anch’io di spendere questa mia vita accompagnandomi sempre con chi sinceramente adoperi al bene del nostro paese, m’infingerei se vi dicessi che io non godo dentro di me della fiducia onde mi si dà sì bel segno, anche per l’onore che in qualche guisa ne viene a questo nome di esule che io mi glorio di portare e alla cagione che ci tien lungi dal luogo dove si è nati e cresciuti. E poi, a tutto ciò ch’è Bello corre naturalmente e s’innamora l’anima umana: e quanto è bello vedersi d’intorno queste fanciulle che sono gli amori più santi di genitori affettuosi, le benedizioni più care che dalla mano di Dio sieno discese dentro alle case loro; e poter dire a sè stesso — Tu cooperi all’educazione di questi giovani cuori! e se un giorno, tra la novella generazione che dalla Sicilia alle Alpi noi vedrem sorgere, conosciuti nomi di spose e di madri sentirai correre di bocca in bocca quasi esempio di femminile virtù, non godrai tu allora, e non ricorderai, lagrimando di tenerezza, questo luogo, queste fanciulle, quest’ora? — Con lieto animo adunque, e fortemente sperando, io mi pongo all’opera, o Signori; e mi è dolce che mi si