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al flgliuol suo, una utilità grandissima ne verrà alla lingua e alla nazione insieme, se ella sarà stata ammaestrata sin da’ primi anni suoi a ben parlare e scrivere nell’ingenua e cara bellezza del nostro idioma. Grave insulto, ingratitudine anzi da non comportare si è che questa lingua bellissima, nata col più gran poema che possan vantare le moderne nazioni, e che è stata infin qui il solo vincolo che in qualche unità di famiglia ha stretto venticinque milioni d’italiani, sia oggi dai più così villanamente bistrattata e sformata, che talora, leggendo le nostre scritture, ci convien dubitare se queste escano dalle penne di stranieri che si affatichino di scrivere italianamente.

Ogni volta che io m’avvengo oggi a udire un fanciullo parlare nitido e corretto la nostra lingua, io chieggo a me medesimo — Nella stessa guisa in cui questo fanciullo è ammaestrato dalla madre sua a significare i desiderii e gli affetti primi del cuore nella lingua di nostra nazione, e nol potrebbero essere quanti fanciulli sorridono oggi fra le braccia materne dal pie’ delle Alpi all’estrema punta della Sicilia? e se ciò fosse, non potremmo noi fra pochi anni parlare tutti uno stesso linguaggio e intenderci un po’ meglio fra noi? e se ogni madre pensasse a questo non sarebbe lieta di poter dire a sè medesima: io con sì lieve fatica ho cooperato alla con-